Indice
Premessa
I. L'identità del Sacerdote
II. Le peculiarità della Diocesi dell'Ordinariato Militare
III. La Pastorale della "presenza"
IV. Una presenza "visibile"
V. Una presenza "Propositiva"
VI. Una pastorale "variegata e univoca"
VII. Il "sensus Ecclesiae"
VIII. La cura dei "rapporti" e delle "piccole cose"
IX. La comunione con il Vescovo e con i Confratelli del Presbiterio
X. Affidamento

Bagnasco

Torna all'indice
 
UNA PRESENZA VISIBILE  

17. Non basta esserci, bisogna “farsi vedere”.
La sincera disponibilità verso i propri militari
deve tradursi innanzitutto in una presenza manifesta.
Ritirarsi nei propri ambienti, e non cogliere
ogni occasione per rendersi visibile, non raggiunge
lo scopo della presenza del buon pastore
tra i suoi: il Cappellano c’è ma non si vede! Le
anime devono spesso superare una certa timi-
dezza, il timore di disturbare, di varcare la soglia
della chiesa o dell’ufficio. Il Cappellano deve
farsi vedere ovunque gli è consentito dalla struttura
e dagli orari.
Inoltre la visibilità del Sacerdote - come
spesso mi è stato detto da chi chiedeva la provvista
del Cappellano - è un richiamo per tutti:
richiamo ad un’altra prospettiva, quella di Gesù,
del Vangelo, della Chiesa, ad un modo diverso di
affrontare le responsabilità e le fatiche, di intendere
i rapporti.
Anche per questo l’abito deve essere
quello ecclesiastico prescritto dalle Norme della
Chiesa (talare o clergyman). È questa la “divisa”
da indossare con ordine e da amare. L’uniforme
militare è consentita in occasioni particolari e
momentanee, con equilibrio. Il mondo militare ha
le sue leggi, la Chiesa le proprie.
18. Sul piano educativo, vi chiedo:
1) di imparare ad amare la dimensione quotidiana
della vita, a starci dentro con fedeltà e
serenità senza evadere. È sempre opportuno
ricordare anche il dovere di “giustizia” che
il Cappellano ha verso l’Amministrazione
Militare che lo retribuisce economicamente.
L’eventuale collaborazione pastorale con
la Diocesi, dove risiederete temporaneamente,
non deve distogliervi mai dagli impegni
prioritari della caserma, non deve essere
retribuita, e, se richiede una certa continuità,
deve essere autorizzata preventiva-
mente dall’Ordinario Militare;
2) di vivere il rapporto con le vostre famiglie
con grande amore e sufficiente libertà. È necessario
che il futuro Cappellano si formi
nella consapevolezza, non solo teorica, che
la Diocesi dell’Ordinariato è estesa su tutta
l’Italia e anche all’estero, dove i Militari
sono presenti per le missioni umanitarie;
3) di curare la “tenuta” della vostra persona. È,
questa, un’abitudine da acquisire subito: la
pulizia e l’ordine di sé, della propria camera,
delle cose proprie e altrui, a cominciare da
quelle del Seminario. È necessario acquisire,
altresì, il contegno composto che si addice ad
un Sacerdote, il ritegno, il linguaggio. L’esperienza
insegna che se gli altri sul momento
ridono per il “modo di parlare” o per
certe “originalità” di comportamento, alle
spalle criticano il Sacerdote sguaiato e volgare
che si lascia andare per farsi “più vicino”
agli altri. Il Seminarista deve allenarsi
ad “essere presente a se stesso” in qualunque
situazione, a stare al proprio posto e ad usare
gli ambienti e le cose, proprie e altrui, con rispetto.
È ciò che la Chiesa chiama “autodominio”
e virtù della “temperanza”. Non esistono
“ragioni pastorali” per adeguarsi a ciò
che non è consono allo stile e alla semplice
dignità di colui che è chiamato ad essere
segno di Gesù Buon Pastore. Le persone vogliono
vedere il Sacerdote tra loro, con loro,
per loro; ma che indichi la via del bene con il
proprio esempio. Bisogna cominciare adesso
per essere pronti domani;
4) di abituarvi a portare sempre con ordine e decoro
l’abito ecclesiastico dal momento della
Ammissione agli Ordini. Secondo le Norme
della CEI. Se tutto è limpido e non c’è nulla
da nascondere, il Sacerdote deve essere riconoscibile
sempre e dovunque. La gente desidera
questo e ne ha diritto. Il criterio della
“maggiore comodità o praticità” non è il
primo criterio né sempre il migliore. Le “eccezioni”,
in situazioni particolari, non devono
mai diventare la “norma”. Tanto più
che vivrete in un mondo - quello militare -
dove l’uniforme sempre ordinata ha grande
significato e valore.